Su “Orizzonte scuola” dell’8 ottobre 2025 Anselmo Penna sigla un articolo dal titolo “I ragazzi scrivono sempre meno e sempre peggio” in cui si porta l’attenzione sulla difficoltà dei nostri alunni tanto al termine della primaria quanto alla secondaria di ottenere competenze di scrittura dei testi. In particolare, studi nazionali di settore “mostrano che le difficoltà non si limitano a errori grammaticali o ortografici. I problemi emergono soprattutto nella coerenza interna del testo, nella scelta lessicale e nella capacità di costruire un discorso articolato. In molti casi, l’organizzazione dei contenuti risulta debole, segno che la scrittura viene affrontata in modo poco strutturato”.
La ragione va ricercata molto semplicemente nella mancanza di esercizio di tale tecnica, preferendosi, aggiungo io, una tipologia di lavoro meno onerosa per le correzioni. Tuttavia, proprio la pratica può e deve fare la differenza!
Ecco perché, in controtendenza, da più di dieci anni ho deciso di utilizzare un metodo antico e nuovo al contempo, mettendo a frutto con i miei alunni quanto ho sempre praticato nella mia scrittura letteraria. Ho, infatti, dismesso l’uso dell’antologia (che uso solo per insegnare la letteratura italiana) per sostituirla con letture e analisi di testi integrali, quali romanzi, graphic novel o poemi epici. Ad ogni lettura, spesso guidata in classe, creo dei focus tematici di interesse esperienziale per gli alunni, su cui devono lavorare attraverso la redazione settimanale di un testo argomentativo, di una scrittura creativa, di un’analisi del testo…
Fino all’anno precedente lasciavo questo lavoro per casa, ma da quest’anno ho deciso di utilizzare tre delle sei ore di italiano in classe, sia per aiutare i ragazzi nel processo produttivo, sia per non sovraccaricare i loro pomeriggi già densi di attività che per aggirare l’ostacolo sempre più ingombrante delle AI 😉
I risultati nel tempo sono stati eccellenti, con riscontri positivi nei successivi gradi di studio!
Sebbene l’amministrazione non abbia manifestato nessun interesse a questo metodo, la mia dedizione non è venuta meno, neanche di fronte alla riduzione, negli ultimi tre anni, dell’assegnazione delle classi di italiano da due a una, dopo ventisei anni di carriera 😉

