Finisterrae

Finisterrae - Cinzia Di Mauro - Delos digital

In un tempo e uno spazio nebulosi, si intrecciano le tragicomiche avventure di Thomas Zimmer, un eroe suo malgrado, candido e vittima di dinamiche che non comprenderà mai fino in fondo.
Il suo mondo è o vorrebbe essere solo quello della Musica. Invece, si trova coinvolto in una vicenda di spionaggio e controspionaggio, in cui bene e male (“Nuova Libertà” e “Lavoro e Libertà”, dallo stesso slogan “viva la libertà!”, ora sussurrato, ora urlato) si intrecciano ed identificano.

Finisterrae è una realtà fantasmagorica dalla consistenza onirica, la cui esistenza è possibile solo nel completo isolamento. Al primo contatto con l’esterno crollerà come un castello di carte.

“Quando varcai per la prima volta la soglia di Casa Bruiswiq ebbi la certezza che non si trattasse dello stesso mondo al quale io appartenevo. Ne avevo già avuto un sentore dalle informazioni presenti nel suo fascicolo, ma quel che vidi superava di gran lunga le mie aspettative.”

I vostri commenti

Un romanzo di difficilissima classificazione (utopico? grottesco? fantasociologico?) che all'inizio lascia un po' interdetti, per la difficoltà di inscrivere in una categoria ciò che si sta leggendo (e quindi farsi un'idea di quello che ci si può aspettare). Dopo poco, tuttavia, si impara a lasciare scorrere quest'esperienza per quella che è, godendone come di un viaggio sorprendente e buffo, di uno spettacolo tragicomico ricco di personaggi esasperati e caricaturali eppure tremendamente umani. Lo consiglio vivamente se si è alla ricerca di una scrittura di pregio e originale, che spicchi nel panorama editoriale contemporaneo, ormai quasi esclusivamente dedito alla letteratura di genere.
Lidia Calvano
Scrittrice
Ho scoperto in queste pagine una padronanza della scrittura, dello stile, dei mezzi espressivi, così alta e così rara da trovare in giro, che mi ha letteralmente deliziato. Una prosa tanto leggera e divertente, in superficie, e briosa e accattivante, quanto nel profondo finemente intessuta e costellata di giochi di parole, di amenità sintattiche, di ammiccamenti divertiti. E (miracolo) non ho trovato un refuso che sia uno in tutte le duecento pagine! Per quel che riguarda la trama, i personaggi, l’ambientazione, il contenuto del romanzo, che dire? Abbastanza tradizionale la prima; bislacchi e sorprendenti i secondi (il migliore Hieronymus, il cui parlato è semplicemente geniale); significativa e ambigua la terza; e in linea con il genere distopico (con molti distinguo, come sempre) il quarto, genere a cui in definitiva il romanzo si potrebbe ascrivere. Anche se io ho pure ritrovato echi di Piranesi nelle atmosfere di casa Württemberq, di Gormenghast in alcuni personaggi, e di Brazil nell’impressione della crudele beffa che appare un regime totalitario. Uno di quei rari libri per cui non vedevo l’ora di tornare a casa, la sera, per potere continuare a leggere. Io ho detto: “un romanzo così meriterebbe il grande pubblico”; qualcuno mi ha risposto: “il grande pubblico non se lo merita un romanzo così”. Sia come sia, lo consiglio caldamente a tutti.
Maurizio Cometto
Scrittore
In una deliziosa atmosfera post moderna si dipana una storia piena di sorprese, in cui il tragico e il comico danzano insieme. Ogni personaggio esegue il suo personalissimo assolo e tutti insieme contribuiscono alla sinfonia. L'accenno alla musica non è casuale, così come non sarebbe casuale descrivere l'insieme come un fantasioso affresco. Tutte le arti sono chiamate in causa per fare da sfondo a una sapiente distorsione del reale. L'autrice padroneggia la cifra del grottesco con una perizia che rivela un background culturale di notevole spessore, riuscendo tuttavia a maneggiarlo con leggerezza. Ne scaturisce una narrazione vivace e godibilissima, di cui si vorrebbe non vedere la fine.
Giovanna Repetto
Scrittrice
Ho terminato "Finisterrae". Una seconda parte veramente inaspettata. Mi è piaciuto molto.
Roberto del Piano
Editor
Finisterrae è un romanzo intrigante, di quelli che si vuole leggere tutto d'un fiato per capirci. Impossibile non partecipare delle emozioni del goffo ma sincero protagonista, la cui anima sensibile percepisce con grande acutezza il contrasto tra il futuro distopico in cui ha sempre vissuto e il "mondo nel mondo" creato dagli eccentrici e solitari Wurttemberq, il cui isolamento volontario ha scolpito in modi curiosi e imprevedibili le personalità degli occupanti della grande casa.
Riccardo Barbera
Lo stile è ricercato, sono riuscita a immergermi nelle ambientazioni e ho apprezzato il fatto che l'autrice abbia scelto di dare una forte componente artistica al protagonista, un concertista che si esprime da letterato in una realtà/futuro dove sembra non esistere neanche un colore eccezion fatta per la tenuta della famiglia Wurttemberq! Che dire poi riguardo questa famiglia surreale ma non troppo...il padrone di casa mi ricorda tanto l'ingegnere di Blade Runner (costruttore di giocattoli) misto a Willy Wonka con l'animo di Bilbo Beggins...
Roberta Del Bello
Una distopia che fa riflettere sul mondo immobile sulle sue posizioni, sulla lotta per la libertà e su come sia facile per i regimi manipolarci. Bella la scrittura: scorre senza intoppi, mai banale e mai pesante. D.M. ha una bella fantasia e qui si è inventata cose abbastanza assurde e grottesche che rendono davvero avvincente il mondo di Finisterrae. È Attualissimo (purtroppo). Autrice da seguire, bella lì!
Free Mind 81
La lettura ti tiene sulle spine dall'inizio alla fine. Fin da subito mi sono immaginato i volti dei personaggi come se fossero all'interno di un film. Consigliatissimo!
Stefano Iurato
Mi è piaciuto molto. Finisterrae ricrea atmosfere orwelliane, usando un linguaggio ricercato e preciso che con il suo apparente distacco rende il racconto ancora più angosciante.
Massimiliano Giusto
Ho finito Finisterrae😊 è avvincente e pieno di spunti di riflessione 👏👏👏
Annalisa Greco
Tragico e comico a un tempo, angosciante e rasserenante, lineare e sorprendente. C'è di tutto in questo interessante romanzo, leggibile su diversi piani: racconto orwelliano, fiaba postmoderna, romanzo d'amore, elogio della follia, dell'amore, dell'ingenuità e della furbizia a un tempo. Ma soprattutto un romanzo scritto bene, con un ritmo coinvolgente che si fa leggere tutto di un fiato e lascia il lettore soddisfatto e con vari spunti su cui riflettere.
Renata Rizzo
La coscienza di Zeno... ai giorni nostri! Con buona pace di Italo Svevo, ma a me ha ricordato proprio quel romanzo! Visionario sicuramente e surreale, ma apprezzabile anche da chi non è appassionato del genere, perché non è un romanzo di genere. Ad maiora!
Massimo Cipolla
Per me leggere un libro è, come ha scritto Fabrizio Caramagna, “un viaggio, e l’unico bagaglio che portiamo con noi è l’immaginazione...". La lettura del libro di Cinzia Di Mauro mi ha “costretto” a farne uno bellissimo e movimentato. Attraverso questo thriller distopico ho potuto visitare posti incredibili; prima di tutto il parco Finisterrae con dentro una foresta con esseri viventi strani, una vegetazione straordinariamente lussureggiante, macchinari bizzarri, robot. Ho conosciuto i Württemberq: Hyeronimus, Clelia, Hans, Herbert, personaggi aristocratici, geniali, candidi e inconsapevoli strumenti letali di un governo dispotico e implacabile e infine Thomas Zimmer, maestro di musica, ingenuo militante di un movimento di liberazione deciso a porre fine alla crudele tirannia. Thomas è il protagonista affascinante ma anche, a tratti, irritante, che vive in un paese dilaniato dalla guerra, senza colori, privo della presenza di vita vegetale e animale, dove regna la paura e l’unico scopo dei rimanenti abitanti sembra essere quello di riuscire a sopravvivere. Thomas è uno di questi, fino a quando non riceve l’incarico di insegnare musica e canto alla bella Clelia. E da qui in poi il lettore vive, con Thomas, l’incredibile esperienza di entrare nella esclusiva villa fortezza dei Wuttemberq, conoscere Finisterrae e i suoi elementi surreali e inquietanti. Così come surreale e inquietante sarà l’incredibile finale di questo viaggio. I vari generi letterari presenti (fantasy, thriller, distopico, satira) rendono la lettura quanto mai “eccitante” ma non ti distolgono dalla possibilità di riflettere sui conflitti interiori, misteri e tensioni morali dei protagonisti e su temi quali guerra, potere, libertà, regime, manipolazione, sui quali spero ragioniamo, ci informiamo e ci tormentiamo in quanto riflettono tensioni reali nel mondo contemporaneo. Mi è stato chiesto: “Ti è piaciuto Finisterrae”? Ho risposto “Si, tanto da leggerlo due volte di seguito!”
Ernesto Barnobi
Ho letto il tuo romanzo Finisterrae, e ora dovrei darti un commento su di esso cercando di moderare il mio entusiasmo, ma non ci riesco. Un romanzo fantastico, scritto con uno stile affascinante, che ti trae in inganno con un tono quasi leggero per poi trascinarti negli abissi più neri. Meraviglioso.
Silvio Sosio
Editor Delos Digital
Il romanzo trasporta in un futuro imprecisato, in una land ben descritta, la terra del Northernreich, desolata e afflitta dal conflitto bellico, che evidentemente ha subito dei disastri ecologici, la società è divisa in classi con disturbanti distanze sociali e insopportabili e imperanti privilegi dell’oligarchia al potere che si avvale di una propaganda continua. In questo futuro distopico a contendersi le sorti dell’umanità sono due forze: quella per così dire patriottica del governo al potere, guidata dal partito unico e quella della resistenza sostenuta dalla Forze Alleate. Esse vivono in una contrapposizione ambigua. Basta riflettere che entrambe le forze si intitolano alla Libertà: Lavoro e Libertà la forza governativa e Nuova Libertà la forza della resistenza. Thomas Zimmer, si trova a essere ingaggiato come agente spionistico sia dall’una che dall’altra parte e quindi invitato a un pericoloso doppio gioco che lo consegna a una continua tensione emotiva e a una fragile vita interiore, sconvolta da interrogativi etici. La storia ci avvince alle pagine e ha il ritmo straniante e ossessivo dei migliori thriller psicologici
Daniela Alparone
Libraia
Finisterrae è il parco giochi del signor Württemberq, bizzarro personaggio che lo ha creato, e dove vive insieme alla famiglia (se così possiamo chiamarla)...Bizzarro, inquietante, quasi un incubo a cielo aperto...Ma nel mondo si sta combattendo una guerra le cui armi pare siano state create proprio dal signor Württemberq. Queste le premesse di un romanzo che strappa il cielo di carta della nostra fantasia per irrompere con le sue iperboli a spiegarci il mondo di oggi. Un "gioco" condotto dall'autrice con stile disinvolto e elegante, dove ogni parola appare pensata e pesata e dove ci si diverte senza rilassarsi, per giungere a una appagante e inconsapevole catarsi.
Claudio Chillemi
Scrittore
Un mondo a parte, una prigione dorata che permette di esprimere il proprio talento e il proprio essere senza poterli condividere - almeno in parte - con l’esterno. Fuori c’è la guerra, col suo carico di menzogne e crudeltà che tiene tutti in riga con la promessa di una libertà che tarda ad arrivare e forse non arriverà mai. Ma non tutto è perduto. Se la paura è il più nobile dei sentimenti umani, come scrisse un sognatore cosmico di Providence, lo è anche l’amore che infonde speranza e coraggio negli animi provati dalla tirannia del potere. Salite a bordo di un veloragno e ammirate le meraviglie domotiche di «Finisterrae», fate la conoscenza della famiglia Württemberq (il geniale Herbert, il simpatico Hieronymus, il delicato Hans, la dolce Clelia) e riconoscetevi nel suo protagonista, Thomas, in questo nuovo romanzo di Cinzia Di Mauro. Una sinfonia fantastica dove sogno e incubo si rincorrono nel tessuto di una realtà tanto alternativa quanto parallela al nostro quotidiano.
Domenico Rizzo
Giornalista
Nonostante il genere non sia dei miei prediletti, mi è piaciuto. Soprattutto mi ha positivamente sorpreso la ricca fantasia, sia nella costruzione della storia (ottimisticamente pessimista o pessimisticamente ottimista?!), sia nei dettagli delle descrizioni. Mi sono chiesto se i riferimenti al Trittico di Bosch (dal nome dello “Zio” alla descrizione dei personaggi robotici, tanto somiglianti alle figure simboliche del Giardino delle Delizie, ecc...) siano venuti in corso d’opera o, viceversa, sia stato il Trittico ad ispirare la storia. Nel complesso lo consiglio, soprattutto agli amanti del genere.
Bruno Timpanaro
La storia ci avvince alle pagine e ha il ritmo straniante e ossessivo dei migliori thriller psicologici A sostenerla […] contribuisce l’ulteriore invenzione della famiglia Wurttemberq e del mondo, quello di Finisterrae, in cui si è volontariamente confinata, sperando di creare un microcosmo relativamente indipendente che faccia da contrappeso all’orrore della realtà oltre le mura che cingono la proprietà nobiliare. Ci troviamo di fronte a una novella Famiglia Addams di cui non dirò troppo, citando solo, tra i vari personaggi, quello del rampollo Hans Wurttemberq: un giovane sedicente filosofo, privo di qualsivoglia attività non ludica, ossessionato dalle proprie pulsioni sessuali che soddisfa, sotto gli occhi degli altri membri della famiglia, consumando rapporti con la fauna vegetativa e con gli omuncoli, esseri robotici, impiegati nelle più disparate mansioni per dispensare pratico aiuto e concreto benessere ai loro domini. Non mi resta che augurare Buona lettura! Da parte mia, ho apprezzato e goduto in compagnia di queste pagine, e soprattutto mi sono convinta che gli autori italiani di fantascienza meritano tutta la nostra attenzione e la precedenza rispetto alle galassie narrative degli altri paesi.
Chiara Sardelli
Fin dalle prime righe è stato chiaro che non avrei riposto nella mia personale biblioteca Finisterrae, se non dopo aver letto la parola fine. Subito intrigante ed attrattivo, magnetico al limite dell’ipnotico. Una scrittura ricercata e forbita, ma scorrevole. Dall’inizio, il protagonista, il narratore, diventa compagno piacevole, anfitrione di un surreale, credibile, universo parallelo. Il lettore viene preso in carico, tenuto fanciullescamente per mano, e condotto negli articolati passaggi da una scena all’altra, su un ricco pentagramma degli stati dell’espressione umana. L’ironia brillante, di Thomas, armata di un’amabile quanto desueta ingenuità, sua irrinunciabile cifra, diventa sfida al lettore a comprenderne il senso più di quanto non sempre riesca ai suoi interlocutori. 212 pagine, in cui la noia non ha dimora. Insospettabili i transienti, da atmosfere distanti e complementari, per la stesura di un racconto di tal foggia, in cui il tratteggio di una realtà distopica, è lo sfondo per ribadire la scempiaggine della guerra, la cattiva cecità dei preconcetti, l’insondabile abisso dell’animo umano…
Massimiliano Noto
Immersa nella lettura di Finisterrae! Mi piace moltissimo!
Rosina Ardizzone
Ho letto diversi romanzi dell'autrice e questo è il mio preferito. La trama avvincente ti coinvolge sin dalle prime pagine, la celata ironia e le fantasiose invenzioni fanno si che il lettore si immerga in un'avventura che non stanca mai. I personaggi fanno sorridere ma anche riflettere, ed il regime (a volte) non sembra tanto distante dalla realtà.
Loredana Mollica
Un crescendo virtuoso, ironico, speziato, da leggere tutto d'un fiato o lentissimamente per assaporarne ogni sfumatura. È un altro tempo? Un altro mondo? Di sicuro merita un posto d'onore in libreria insieme agli altri frutti succosi della genialissima autrice che lascia sempre un'impronta originale, mai banale.
Michele Prestifilippo
Scrittura veloce e intrigante, un romanzo surreale in odore steampunk e con belle invenzioni come il veloragno. Il motto delle due fazioni, identico ma pronunciato con toni diversi è geniale! Chi ha adorato "Brazil" di Terry Gilliam lo troverà meraviglioso. Consigliato anche a chi non legge sci-fi.
Alberto Campo
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