In cima alle torri

In cima alle torri è un romanzo a metà tra la denuncia e la finzione.

Una Milano da bere, infatti, intrighi internazionali in Nigeria, Cina, Angola, il losco mondo delle multinazionali fanno da sfondo a un thriller su verità conosciute al giornalismo di inchiesta, ma quasi mai sotto i riflettori dell’opinione pubblica.
In particolare, sono veri i seguenti elementi:

  • le surreali dichiarazioni da parte degli architetti impegnati nella costruzione della piazza Gae Aulenti (Alberto Garutti per i “tubi di ottone” e Andreas Kipar dello studio Land Milano per i “vuoti”, i “pieni”, la “permeabilità” e il “fascino del buco nero”);
  • le modalità del fallimento “inatteso” della Lehman Brothers e la crisi dei mutui subprime;
  • la scandalosa “autogestione” delle agenzie di rating/multinazionali; una per tutte la Standard & Poor’s è retta dal magnate della finanza Mc Graw Harold III che è legato a colossi come Coca-Cola o British Telecom;
  • il progetto EKO Atlantic in Nigeria (tranne il ponte d’ingresso chiuso ai poveri, aggiunto da me);
  • la storia di come sia nata Boko Haram;
  • la corruzione del governo angolano da parte delle multinazionali del petrolio e dei diamanti;
  • la corruzione e i brogli elettorali di cui è stato accusato il Presidente della Nigeria negli anni descritti;
  • lo sfruttamento in Tanzania dell’uranio da parte di multinazionali australiane (una dal nome orientaleggiante, Mantra Resources) con l’inutile opposizione di ONG e contadini locali;
  • le scatole cinesi con cui operano le imprese di automotive per vendere tanto agli sciiti che ai sunniti;
  • il rating A della Francia, valutato dall’agenzia Fitch, che è controllata al 60% da Marc Ladreit de la Charrière, un Presidente/AD di multinazionali a maggioranza di capitale francese (L’Oréal, Crédit Lyonnais, France Télécom, Casino, Rénault, Banca di Francia);
  • i “monumenti” allo sfarzo della zona emiratina;
  • la distruzione delle statue liberty, l’utilizzo di operai slavi in nero nella costruzione della Trump Tower e l’escamotage della sua hall destinata a luogo pubblico per ottenere le autorizzazioni alla sua elevazione;
  • le onorificenze concesse al dittatore kazako, Nursultan Äbişulı Nazarbaev,persino quella del Vaticano!

Due inediti punti di vista, quello di Andrea Bodini, guru dell’alta finanza, un grande manipolatore attorno a cui gira persino la Borsa di New York, e quello di Pepé, un Gigante buono, un idiot savant, custode in una scuola elementare, si incroceranno imprevedibilmente.

Due mondi a confronto con gustosi momenti di suspense.

In cima alle torri

di Cinzia Di Mauro

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